Con ciò ha luogo qualche volta:
a) un permutamento dell'e colla u: jazzu (glaciem), lausu (laudem)224, moddu (mollem), 'ntressu (interesse), salutu (salutem); ovvero coll'a: purpaïna (propaginem).
b) Talora riceve una enfatica i (ni) in chiù o chiuni (plus), noni (non), sini (sì), reni (re, regem); vedi l'antico toscano ene=è piùe (più)225.
B. Vocali atone nella relazione del jato
I. JATO ORIGINARIO
1. Se l'accento tonico è sulla prima vocale, ordinariamente il jato viene sofferto, spesso però anche annullato per l'inserzione di una consonante (d, v, j): strudiri (distruere, tosc. struggere), vijulari (violare), vijulinu (violino); o per l'uscita della seconda vocale: 'nfacci (in facie).
2. Se l'accento tonico cade sulla seconda vocale, sono da distinguere i seguenti casi:
a) e ed i precedono: indi una b, v, g, d, p, l, n sineresi, intanto che la e e la i passano in j. Dopo b, v, g, d, o la j lunga conserva la pronunzia latina, ovvero la consonante precedente viene scacciata: appujari (da podium), jiu ghiu (da deosum, nasce deorsum), raju o raia (radius); o prende la pronunzia schiacciata, o assimila la consonante precedente: aggiu226 (habeo), cangiari (cambiare), gaggia (cavea), raggia (rabies), 'ngagghiari (invadiare, franc. engager).
pj diventa ci; vedi sotto la consonante p. Dopo n conserva la j pronunzia latina; cutugna (????????), signuri (seniorem).
lj mutasi in gghi; vedi l.
Dopo c, t, s la j si elide; c, e, t prendono ora il suono schiacciato (ci, gi, ci): incumingiare227 (in-cum-initiari), ora il suono sibilante aspro (z): azzaru (lat. med. aciarium, tosc. acciaio), jazzu (glacies), rizzu (tosc. riccio, da ericius, Varrone presso Nonio), vrazzu (bracium per brachium); ora il dolce (s): causi (calcei, tosc. calzoni), cersa (tosc. quercia da quercus). Dopo la s per lo più sparisce la i: vasu (basium), vasari (basiare).
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Vocali Varrone Nonio
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