La l è quella che soffre la maggior parte delle modificazioni, ora passando in r, ora scomponendosi nella vicina vocale mutata in u, ora perdendosi senza compenso; se non che la ll viene mutata in dd, e li in gghi.
8. La consonante più volubile è la r, la quale viene attratta ora da una precedente, ora da una susseguente consonante; v'è quando muta con l la sua posizione.
9. Appartiene al cambiamento spiccatissimo di suono il mutamento del pl (pj) in chi come nel napolitano, e del fl in sci (xc, ci) come nel napolitano, nel calabrese e nel portoghese.
10. Finalmente è caratteristica la costante assimilazione della nd in nn, la quale il siciliano ha comune col napolitano.
2. Nelle parlate siciliane275
Vocali
A. 1. Anzitutto vuolsi notare che in alcune parlate siciliane le voci comincianti per vocali e nominatamente per a, e, o, acquistano per protesi una lettera, che varia tra la g, l'h e la j consonante.
a) In S. Cataldo, Geraci-Siculo, S. Caterina, Caltanissetta, Casteltermini è una g avanti ad a, o, u: gàutu, comune anche a Palermo quando àutu è preceduto da monosillabo forte: è gàutu, (altus) — gavía (habebat), gappi (habui, habuit, ove vuolsi notare che la g può aver sostituito la h latina), gamuninni (eamus), gora (hora, ital. ora, adesso), gura (hora), guricchia (auricula); e gh avanti ad e: ghera, ghè (erat, est).
b) In alcune parlate la g è un h aspirata.
c) In Milazzo, Noto e talora Messina la protesi è un j: jàpriri (aperire), jera (erat), jàutu (comune anche in Sciacca).
2. a) L'a (ad) prepositiva per nomi e verbi, notata sotto la vocale A (cfr. pag.
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Appartiene S. Cataldo Geraci-Siculo S. Caterina Caltanissetta Casteltermini Palermo In Milazzo Noto Messina Sciacca
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