Pagina (127/500)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      CLIX e nota 5), in alcune parlate sparisce lasciando rafforzata, anzi raddoppiata la consonante delle voci: 'ffurcari (da furca), 'ccattari (ad-capt[iv]are) in Caltagirone.
      b) Quando preceda una preposizione a ad a una di queste voci aventi altra prepositiva, quest'ultima si fogna per dar luogo alla prima solamente: e ciň nel parlare comune dei siciliani: lu iju a'ffirrari (per ad affirrari) a'bbullari, a'rricogghiri ecc.
      3. In Novara passa in e (ai franc.) in posizione o in mezzo alla parola: quennu (quando), sentu (sanctus), femi (famem), peni (panem), dumennu (dimando). Nella voce mestru (magistrum) la a pare assorbita dalla e.
      4. In S. Caterina prende un suono tra i, e ed a, da somigliarsi alla ä tedesca sciolta a rovescio; ma č un suono cosě malfermo e labile che non puň ritrarsi graficamente, onde ha dato luogo a un motteggio popolare presso i comuni vicini a S. Caterina276. Cosě pičatri (patrem), mičatri (matrem), pičasta (pasta).
      5. Dopo consonante g, c, p, t, si amplifica quasi in ua nelle parlate di Vallelunga, S. Cataldo ecc. tanto in posizione: cuáni (canem), cuása (casa), puáni (panem), guáddu (gallus), cuássaru o quássaru (arab. el Kassar), cuasunatu o quasunatu (da calcei)277; quanto nel mezzo: curcuári (collocari ), purtuári, furmuári ecc.
      E Vedi al n. 1 della vocale A.
      1. In Pollina, Gangi ecc. le voci italiane finite in č, e lo stesso č (est), acquistano per paragoge una sillaba in ghi: reghi (regem), eghi (est), Giuffreghi (Giuffrč), beraffeghi (per affč, cioč affč di Dio). Questo fatto non č solo nč senza ragione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrč
pagine 500

   





Caltagirone In Novara S. Caterina S. Caterina Vallelunga S. Cataldo Kassar Vedi In Pollina Gangi Giuffreghi Giuffrč Dio