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      » «Si li cosi si sapissiru, gran cosi si facissiru» (Prov.) «Si S. Giuvanni tri jorna 'un durmissi, Oh! quantu e quantu cosi nni facissi!» (Prov.) Forse potrebbe osservarsi che questa forma non è ben definibile e definita nelle voci farrissi, vurrissi, dirrissi, che ritraggono parte dal congiuntivo, parte dal condizionale; ma tant'è che questo scambio esiste, e il notarlo giova agli studi delle lingue romanze.
     
      c) Altre osservazioni
     
      1. I participii passati sogliono alterarsi per accrescimento e diminuzione: dispiratuni, dispiratazzu, dispirateddu; currivatuni, currivatazzu, currivateddu ecc. nel qual caso i participii sono veri aggettivi qualificativi. Più comune che ogni altro suffisso è l'eddu, abbrazzateddu, canciateddu, 'mpastizzateddu, 'ncarcamateddu. I canti popolari hanno assittateddu, amateddu.
      2. Nelle frasi italiane vengo a vedere, torna a cercare, composte d'un verbo di moto di tempo presente dell'indicativo e d'un altro di modo infinito preceduto da preposizione a, quest'ultimo si porta allo stesso modo, tempo e persona del primo: vegnu a viju, torna a cerca nel Catanese; e nel Messinese anche vegnu mi viju, tornu mi cercu, solo nella 1. persona.
      3. Pel complemento oggetto de' verbi attivi posso fare la seguente osservazione. Quando si tratta d'un complemento di persona, sia nome, sia pronome, esso complemento riceve la preposizione a, (ad lat.) p. e.: Io cercu a mè frati; Cu' voli a mia, aspittassi a mè patri ecc., e quando di un complemento di cosa, è un accusativo senza preposizione: Io cercu un libru; Cu' voli dinari, vaja a lu bancu; Tintu cu' ajutu di parenti aspetta (Veneziano); ecc.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





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