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      » Alla fine, reduce dai viaggi, egli ammala gravemente: causa la grande ostinazione di Sapienza. Al letto di morte ella va a trovarlo coi figli a nome: Napoli, Milano e Venezia, e dice loro:
      Napoli, Milanu,
      Pigghiativi a Vinezia p'à manu,
      Vasàticci a vostru patri li manu.
      Così egli rinviene; le dimanda: Sapienza ti cunverti? Essa lo guarda, impietosisce, e gli risponde: mi cunvertu! così si risolve e guarisce.
     
      Bella-e-sapiente.
     
      Bella-e-sapiente è il titolo d'una versione di Ficarazzi raccontata da Giuseppa Furìa. Bella-e-sapiente è il nome d'una principessa reale che andava a una scuola, ove intervenivano fanciulli e fanciulle; agli uni dava lezione il marito, alle altre la moglie. Un giorno i maestri dovettero allontanarsi per andare ad un corteo di nozze, e affidarono le classi, il maestro a un fanciullo che era figlio del Re, la maestra a Bella-e-sapiente, che era la più esperta tra le sue compagne. Allievi ed allieve cominciarono a divertirsi, e il principe si permise di dire che un giorno prenderebbe in moglie Bella-e-sapiente. Costei gli diede uno schiaffo. La principessa riferì poi la cosa alla maestra, ed essa le regalò una verga fatata pe' suoi bisogni; non andò molto che i due giovani si sposarono insieme. La sera dello sposalizio, il principe rimasto da solo a solo con lei, volle dimandarle s'ella si ricordasse dello schiaffo, e se ne fosse pentita; Bella-e sapiente rispose di no. Il marito la legò e la collò in un sotterraneo, e partì per Roma. La moglie, per virtù magica, il precesse in Roma, e si fè trovare in un palazzo rimpetto a quello di lui.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





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