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      Idda s'arzau, e si iju a mêttri la vesta di quannu si spartiu di sò patri, pi jiri a la morti. — «Va, Riali Maistà, vi la rigurdati a vostra figlia? 'Nca 'un sugnu io vostra figlia? Vui mi facistivu ammazzari pirchì v'avia dittu ca io vi vulia beni quantu lu sali e l'acqua; 'nca ora l'aviti vistu chi veni a diri manciari senza sali e senz'acqua.» Lu patri 'un sappi parrari; sulu chi si jittà' e si l'abbrazzà', e cci addumannò pirdunu.
      Iddi arristaru filici e cuntenti,
      E nuàtri semu ccà senza nenti.
      Vallelunga646.
     
     
     
     
      VARIANTI E RISCONTRI.
     
      Di questa novella ho varie lezioni; ne riassumo solo le più importanti per le differenze che hanno.
     
      Il Padre Santo (Polizzi-Generosa)
     
      Un mercante avea due figli, uno maschio e una femina. Dovendo partire col figlio, affidò la figliuola al padre santo, il quale consumando in altro la spesa del mantenimento della ragazza, chiuse costei in un sotterraneo. Tornato il padre, egli l'accusò di cattivi costumi, e il padre la mandò ad uccidere col figliuolo. Il figliuolo, fratello della ragazza, la lasciò libera in un bosco, e come segno di averla uccisa portò del sangue d'un cane ucciso, che il padre ferocemente bevve.
      La ragazza capitò nel palazzo d'un altro padre santo. Costui l'ebbe cara, e la fece padrona di tutti i suoi beni. Sotto il palazzo del padre santo era un tacchino, e questo a vederla ogni giorno più bella, le diceva:
      Tu si' bedda e bedda ti faraiE lu patri santu ti mangirà.
      La ragazza lo riferì al padre santo, e n'ebbe consiglio di rispondere che ella sarebbe l'erede del padre santo.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





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