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      ...» D.a Gnąngula fuggendo poi col principe, si provvede, oltre che d'oro, di un cartoccio di chiodi, d'un mazzo di rasoi, d'un pugno di pietre focaie, e d'un pezzo di sapone. Il drago, che teneva in suo potere la D.a Gnąngula, insegue i fuggitivi; essi gli scagliano uno per volta questi oggetti; e il terreno diviene pungente, tagliente, e tale da fare scivolare chi lo corre. Quando i due giovani vengono raggiunti, D.a Gnąngula si muta in anguilla, e il principe in fontana. Il drago vi beve fino alla sazietą, per bevervi anche l'anguilla, ma resta deluso; e, disperato, impreca alla futura unione degli sposi col fatal bacio della madre al figlio. D.a Gnąngula, dimendicata, manda due bambole da essa fatate con un fiato, e queste davanti al principe gią sposo d'altra donna, al convito di nozze rivelano tutto.
      Pił bella e da preferirsi per la forma č la lezione di Casteltermini intitolata Barcuzzu e Hjuridda.
     
      La bella Maiurana (Cianciana).
     
      Un re ha tre figlie e un figlio; quelle sposano tre figli di un mago: questo avendo rotte le uova nel panierino a una vecchia, ed imprecato che non possa esser lieto finchč non trovi la Bella Majorana, parte. Dopo otto giorni di viaggio, al primo casamento chiede da bere; vi č maltrattato orribilmente; ma riconosciuto per cognato e fratello de' padroni, č ristorato e consigliato efficacemente. Rimessosi in viaggio gli accade lo stesso cogli altri cognati e sorelle in altri due casamenti; finchč al terzo trova la Bella Majorana, tenuta in incanto da un drago e da una maga, genitori de' cognati di lui.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrč
pagine 500

   





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