Il principe uccide sopra una montagna questi maghi, e libera sè, la Bella Majorana, le sorelle e i cognati dall'incanto.
La bella Rosa (Noto).
In questa curiosa ma secca versione, mentre la bella sta sopra un albero attendendo lo sposo, e la sua figura si riflette sull'acqua d'un pozzo sottostante, una schiava va ad attingere acqua, e, rotta la brocca, e vista la Bella, le infigge sulla testa uno spillone, pel quale essa diviene colomba. — La schiava è poi sposata dal principe. Al convito nuziale, la colomba va nella cucina della Corte e canta:
«Cuocu cuocu di cucina,
Chi fa lu Re cu la Riggina?
Iddi 'n càmmara e 'n curtina,
E iu pùvira e mischina!»
E butta del sale sulle vivande, le quali perciò non possono mangiarsi. Ciò avviene per tre giorni di seguito, finchè il principe viene a capo di tutto, e prende la bella Rosa.
Una variante non meno curiosa ho raccolta io stesso in Palermo col titolo Biancu com'ovu e russu comu focu, e più brevemente Russu comu focu, ove però la imprecazione della vecchia è fatta ad una principessa, la quale poi si mette in cerca di Rosso-come-fuoco (vedi la novella precedente). Una lezione di Polizzi-Generosa si accosta molto a questa, ed è La bedda di lu russu di l'ovu.
Altra versione siciliana di Casteltermini è La bella di li setti citri; n. II delle Otto Fiabe e Novelle pop. sic. di G. Pitrè, di cui ecco il riassunto:
Un figlio di Re nato per voto, tira una palla a una vecchia, e le rompe l'utello. Ella lo impreca: «Che tu possa pigliare a la Bella dei setti cedri!
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