» A 16 anni il principe va in cerca della Bella. L'ultimo di tre eremiti gli consiglia di andare a una montagna, ove sono a guardia due leoni, i quali la lasceranno passare sol che getti loro della carne di becco; di cogliere nel giardino sette cedri, di aprirli uno per uno: verrebbe fuori da ognuno di essi una donna: gli offra dell'acqua; l'ultima accetterebbe: e sarebbe la Bella dei sette cedri. Sarebbe così tolto l'incantesimo, e tutti i principi che in quel giardino sono per virtù soprannaturale marmorizzati rivivranno. Tutto va a seconda; sicchè, tornando al regno, Alessandro (nome del principe) corre a prender degli abiti a casa, e ne veste la bella che egli ha tenuta nascosta fuori la città prima che nella città stessa giunga.
Nelle Sicilianische Märchen della Gonzenbach, n. 53. Von der schönen Angiola (La bell'Angiola), 54: Von Autumunti und Paccaredda (Autumunti e Paccaredda), e 55: Von Feledico und Spomata (Federico e Spomata) c'è la stessa novella; ma però nella 53 l'imprecazione della mammadraga tradita è: «Che tu possa diventare colla faccia di cane!» e nelle 54 e 55: «Che tu possa dimenticarla al primo bacio!»
Gran parte della presente novella è Le tre cetra, giorn. V, tratt. 9 del Cunto de li cunti; La Ragazza dalle bionde trecce sanese, nella Vigilia di Pasqua di Ceppo otto Novelle di Temistocle Gradi con l'aggiunta di due Racconti (Torino, T. Vaccarino, editore); i Tre aranci, V.a delle Novelline di S. Stefano, del De Gubernatis; I tréi Mlaranz, fola bolognese di C. Coronedi-Berti, (che nella Ciaqlira dla Banzola, giorn.
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