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      Nelle Sicilianische Märchen della Gonzenbach, n. 30: Die Geschichte von Ciccu, la prima terza parte è nè più nè meno che la nostra: cominciando dal testamento del padre povero, e finendo al fatto de' fichi. Poi la novella continua trovando riscontri col Tridicinu e col Cavaddu 'nfatatu di questa raccolta. La seconda metà della 31. della Gonzenbach, citata in nota al Petru lu massariotu, è anch'esso il racconto de' fichi prodigiosi; anzi la presente sarebbe da mettere a raffronto colla stessa 31. delle Sicil. Märchen.
      Uscendo di Sicilia, un riscontro se ne trova nella Coa, nov. 1 de' Paralipomeni alla Novellaja milanese (di V. Imbriani. Bologna, tip. Fava e Garagnani, 1872), ove invece di corna nascono code lunghe e pelose che fan paura; un altro, meno perfetto, nella Fola del Nan della Coronedi-Berti (Novelle popolari bolognesi), ove un nano per ricuperare un paio di ciabatte e una bacchetta fatata statagli tolta da un re, dà a mangiare a lui e a' suoi cortigiani dei fichi che fanno allungare straordinariamente il naso (notisi che è una donna colei che raccoglie); e un altro, anche meno perfetto e quasi di semplici accenni, nella 10. delle Volksmärchen aus Venetien di Widter e Wolf: Der arme Fischerknabe, in cui Almerico si rende invisibile con un mantello; ha oro quanto ne vuole mercè una borsa, e con un paio di scarpe corre come il vento.
      Del resto, vedi i riscontri alla XXV e alla XXVI di questa raccolta, che hanno molta simiglianza colla presente, una parte della 52. delle Sic.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





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