» I figli son due; e Livoretto, che incontra tante avventure, va a prender servizio alla corte del Soldano del Cairo, Danebruno amante non corrisposto della figlia del re di Damasco. I cortigiani per invidia spacciano al re aver egli detto esser buono di andargli a prender l'amata e condurgliela; e il re ve lo costringe, pena la morte. Un cavallo fatato l'aiuta e consiglia, finchè egli riesce con esso all'opera. Ma Belissondra non vuole accondiscendere alle nozze col vecchio re Danebruno se prima non le si raccoglierà l'anello che ella gettò nel fiume, e poi non le si recherà dell'acqua della vita: cose che Livoretto riesce ad avere coll'aiuto d'un pesce e d'un falcone da lui salvati. Domandando ella poi la morte di Livoretto e il re non consentendola, ella stessa gliela dà, e poi tagliuzzatolo e battutolo, ne plasma un bel giovane e coll'acqua gli dà vita. Il vecchio re vuol ringiovanire; e si fa uccidere. Così Belissandra sposa Livoretto.
L'invidia dei due fratelli maggiori pel piccolo somiglia a quella dei cortigiani contro Ciciruni nella novella nostra con questo titolo, ove il povero giovane è costretto a far ciò che i suoi avversari hanno riferito al Re saper egli fare.
Il principio è simile a quello della XXVIII. Nel Si raccunta di Erice, n. I di questa raccolta, è la parte de' versi che fanno da indovinello.
XXXV
Lu cuntu di 'na Riggina.
'Na vota cc'era un Re. Stu Re avia setti figghi fimmini, e stavanu sempri affacciati a lu parcuni1184. Lu patri cci parsi1185 ca li genti cci putianu fari un rinfacciu di sta cosa, e l'arriprinníu; cci arrispunni la figghia e cci dici: — «Papà, chi è? forsi nun putemu affacciari a lu parcuni?
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