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      » La ricerca di quest'uccello metteva a pericolo di rimaner di marmo; e il decimo fratello nell'andare toccò un vaso di garofani e avvertì che il seccar dei garofani sarebbe un segnale dell'esser egli divenuto marmo. Seccarono i garofani, e partì il nono fratello, e seccò il garofano tocco da lui, e poi l'ottavo, il settimo, fino al primo, e alla sorella.
      La vecchia si rallegrava di questo scomparire dei nipoti, mentre il principe suo figlio se ne rammaricava. La ragazza col silenzio che le fu raccomandato prese l'uccello parlante e liberò i fratelli. Tornati al palazzo, il principe fu lieto di rivederli e gl'invitò a pranzo. L'uccello volle andar con loro; e quando le vivande furon servite, egli le saggiò una per una e le trovò tutte attossicate meno quella del principe, e dichiaronne autrice la vecchia brutta e la regina.
      Qui svelò tutto l'arcano, e in quello che venne liberata la povera principessa, furono bruciate le autrici di tanti delitti.
     
      Suli e Luna (Capaci)
     
      V'erano tre sorelle, di cui la più piccola bellissima. Un re se ne innamorò e la prese; le sorelle n'ebbero invidia: e quando il marito, lei gravida, dovette andar fuori lo Stato, esse raccolsero i neonati e sostituirono un cane e una cagnolina dicendoli nati dalla regina. Il re condannò la innocente ad essere sputacchiata dalle persone che passavano. I bambini, abbandonati, vennero raccolti da un santo, che li allevò e aprì loro un negozio di minuterie bellissime. Le zie mandarono la vecchia Cristina a dir loro che alla perfezione della bottega mancava l'uccello che parla, l'acqua che balla e la mela che suona.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





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