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      Tornato il Re dalla guerra fè uscir fuori la sventurata moglie tanto calunniata dalla suocera. Un giorno egli andò a caccia, capitò alla casina, e vide queste belle ragazze, e preso di grande simpatia per esse, le condusse in Corte insieme con la signora che le avea come figliuole. A pranzo questa signora svelò l'arcano, onde fu fatta chiamare la calunniata regina e punita la madre. La signora era una fata; la quale dopo svelato il tutto, sparì.
     
      Lu Re Turcu (Noto)
     
      Le tre maraviglie proposte dalle zie a' nipoti sono: l'uccello che parla, l'acqua che balla, e l'albero che canta (l'acieddu chi parra, l'acqua ch'addanza e l'arburu ca canta). I bambini stati dispersi dalle zie furon buttati in mare e li prese e nutrì un Re turco.
     
      Una lezione palermitana della nostra novella è Re Sonnu, Ia del Nuovo Saggio di Fiabe e Nov. di G. Pitré, e tanto essa quanto la nostra ha un perfetto riscontro nella 5. delle Sicil. Märch. della Gonzenbach: Die verstossene Königin und ihre beiden ausgesetzten Kinder (La regina scacciata e i suoi due figliuoli esposti); i figli son due: uno maschio e una femmina.
      Molti punti di risconto ha pure colla Cerva fatata, giorn. I, tratt. 9 del Cunto de li cunti del Basile: «Nasceno per fatagione Fonzo e Canneloro. Canneloro è 'nmidiato da la Regina mamma de Fonzo e le rompe la fronte. Canneloro sse parte e deventato Re, passa 'no gran pericolo. Fonzo pe vertute de 'na fontana e de 'na mortella sa li travagli suoje e vace a liberarlo.» Questa novella venne rifatta da Perlone Zipoli (L. Lippi) nel Malmantíle riacquistato, cantare II.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Primo
di Giuseppe Pitrè
pagine 500

   





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