Lo stesso fondo ha il racconto III. della Posillecheata de Masillo Reppone de Gnanopole (Tommaso Perrone di Polignano) (Napoli, Migliaccio, 1751): in 8° La 'ngannatrice 'ngannata.
Varianti toscane se ne leggono in De Gubernatis, Novelline di S. Stefano: XV, I cagnolini e XVI, Il Re di Napoli, in Knust Italienische Märchen: n. I Die Königstochter und die Bauertochter (la figlia del Re e la figlia del contadino), e in Imbriani, Novellaja fiorentina; VI: L'uccellino che parla, e VI bis: L'uccel bel verde, ove la più piccola delle sorelle promette e dà alla luce «due maschi di latte e sangue coi capelli d'oro e una femmina di latte e sangue coi capelli d'oro e una stella in fronte;» onde un pescatore che li raccoglie in Arno, s'arricchisce tagliando loro i capelli e vendendoli. Le rarità che essi vanno a cercare sono «uccello cha parla, albero che canta, fontana che brilla.»
Una versione milanese offre lo stesso Imbriani nella Novellaja milanese, n. XVIII, La Reginna in del desért; ed un'altra appena riconoscibile è la XII: L'esempi di trii fradej, ove manca tutto quel che riguarda il matrimonio delle tre sorelle, la promessa dell'ultima al giovane re, quindi le male arti che condussero i giovani alle pericolose avventure che sono nelle succennate versioni.
Altro raffronto si faccia con la 3. fav. della IV delle Tredici piac. Notti dello Straparola: «Ancillotto re di Provino prende per moglie la figliuola d'un fornaio, e con lei genera tre figliuoli, i quali essendo perseguitati dalla madre del re, per virtù d'un'acqua, d'un pomo e d'un uccelletto vengono in cognizione del padre.
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