— Ve n'è edizioni del 1583). In esso si racconta che Licanoro re di Cipri ebbe una figlia a nome Alcenia, cui per consiglio degli astrologi chiuse con 12 ragazze e una nudrice dentro un palazzo con giardino circondato da altissime mura, fino a' 15 anni di età; che un Cassandro, figlio del conte Gianni di Famagosta, e ricco e generoso giovane, visitato in sua villa dal re fu costretto da lui, pena la morte, di trovargli nel regio palazzo la figlia Alcenia: a ciò spingendosi il re per aver letto in un vaso di Cassandro che per danari si ottiene tutto. Cassandro, aiutato dalla propria nudrice, si fe' fare una bell'oca d'oro, che cantava nelle più belle maniere; entro la quale, guidato dalla nudrice, finta mora, fu portato al palazzo del re, e dal re al palazzo d'Alcenia. Ritenuta quivi l'oca due mesi, Cassandro si potè, e bene, intendere con Alcenia; e finalmente riportata l'oca al re, Cassandro ripresentossi alla Corte ed ottenne la principessa. (In questa novella s'è veduta la mitologica trasformazione di Giove in cigno).
PAOLO MINUCCI raccontò questa novella nelle note al Malmantile del LIPPI a proposito del cantare XI, st. 20; DEFENDENTE SACCHI nelle sue Novelle e Racconti (Milano, 1836), PICO LURI di Vassano (Ludovico Passerini di Fermo) nel Saggio di modi di dire proverbiali e di motti popolari italiani spiegati e commentati, pag. 243 (Roma, tip. Sinimberghi 1872).
Le prove tentate dai tre fratelli richiamano alla prima parte della nov. 1. giorn. IV del Pecorone. L'ultima condizione stabilita dal re di conoscere la figlia in mezzo alle donzelle, richiama a circostanza consimile della fav.
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