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      (131) Manda a prenderle.
      (132) Dalla solita Messia.
      (133) Si spiravano, morivano dal desiderio.
      (134) Il Re chiese all'astrologo che cosa avesse a dare alla luce la Regina.
      (135) La Regina s'andava movendo, preparando a partorire.
      (136) Ddà dintra, frase comunissima per significare nell'altra stanza.
      (137) A senso loro, a lor modo d'intendere.
      (138) Il bracciere monta sulla scala di seta, spinge le imposte del balcone.
      (139) Non aver paura: qui è (tu trovi un) tuo padre, tuo fratello.
      (140) Andiamo che la Regina (madre) bruciava per questo suo figlio, che non resideva più (stava poco) in Palazzo, e chi sa (pensava ella) dove ha il capo!
      (141) Essiri situatu, qui avere un'amica con cui svagarsi.
      (142) Allitticàrisi, ammalarsi così da non potersi più muovere dal letto.
      (143) Dunque egli andava a male di giorno in giorno; e fu assalito dalle febbri, e delirava.
      (144) Ah! questa baldracca! (dicea la vecchia Regina). 'Nsacchì e 'nsaccòmu, voci comp. da non so chi, e non so come, che si usano per qualificare persone a cui si sente di dover dare non belli epiteti. Qui la Regina accorgendosi della tresca del figlio darebbe della baldracca alla ignota donna.
      (145) Pricipitari qui rovinare, condurre a rovina.
      (146) E le dicea tanti vituperi.
      (147) Al Bracciere, vedendola egli così infuriata, cominciò a fare il c. lappe lappe.
      (148) La regina appena vide (nel bambino la stessa immagine) la stampa del principe (suo figlio).
      (149) Un intingolo, una pietanza.
      (150) Mòriri 'n pasima, morire di lungo e penoso patire.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Secondo
di Giuseppe Pitrè
pagine 388

   





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