Lustri, voce bambinesca per significare monete d'argento o d'oro ec.
(190) Alzare il capo, venir su in prosperitā, e quindi acquistar quella fidanza di sč stesso, che nasce dall'avere.
(191) A Mezzo Morreale, fuori Porta Nuova in Palermo, a metā della via che conduce a Monreale.
(192) Tira il laccio al cocchiere (gli fa segno che si fermi).
(193) Farina urdinaria ecc. La farina (colla quale la fornaia fece il pasticcio, in sostituzione al pasticcio fatato che mangiō, era) di cattiva qualitā, l'acqua (con cui la impastō) sporca, (presa dal fosso ove si lava la scopa da spazzare il forno). Poi non vi fece nessun lavoro di sopra, e lo confuse cogli altri.
(194) Schizza la cenere.
(195) Rumpirisi la testa, metaf., perder la verginitā. Il re, preso delle bellezze di Peppina, la voleva comunque ella fosse, vergine o no.
(196) Amicārisi, detto di donna per l'uomo o di uomo per la donna, aver pratica illecita.
(197) Cara questa osservazione geografica della novellatrice! Parigi č quasi sempre detta dal popolo Parigi di Francia.
(198) Apriam (la lettiga) chč io sono soffocata.
(199) Ficazzani, fichi primaticci.
(200) Se le mangiō, che possano averla attossicata! (Questo č il significato vero del verbo tussichiari.)
(201) Dopo giorni (le venne) voglia di albicocche.
(202) Purpānia, propaggine, fossa mortuaria.
(203) Si guarisci per si gudisci, si gode, se la gode.
(204) Spiana lo schioppo.
(205) Scocca, nastro.
(206) Esseri pizza-avanti-furnu, essere sempre il primo a muoversi, e farsi innanzi, a parlare, a sentenziare, (come la focaccia (pizza) che si mette sempre la prima, alla bocca del forno).
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