(244) Proverbio comune: Li mura 'un hannu oricchi e sčntinu; ed anche Li mura hannu occhi, li macchi hannu oricchi. Uocci, macci cec. della parlata per occhi, macchie ecc.
(245) Appena videro.
(246) Stizzicari, stillare, lasciar cadere a stille.
(247) Raccolto da Mattia Di Martino.
(248) Sangunazzu, sanguinaccio: grossi salsiccioni di dolcia bollita e rappresa con uva passa, che si suol mangiare per Carnevale.
(249) Va a comperare quattro grani (cent. 8) di pane e un grano di sanguinaccio. Quatturrana, per eufon., invece di quattru grana.
(250) Piena zeppa.
(251) Io vi andai e trovai il palazzo solo. Ci jiu; scrivo cosė questa voce della 1. pers. del pass. rem. sing. per distinguerla da iju, 3. pers., come altrove ia per io per distinguerla da jia andava.
(252) 'Nca chi ecc. O che, anche tu (videmmi, lo stesso che midemmi, midč, mirč, mmirč, vidč, ecc. anche, altresė, pure) vieni a coricarti?
(253) Sbalanzu, qui caduta.
(254) Poi questo grosso gomitolo lo vai rotolando. Carrozzi o carruzzii verbo da carruzziari, girare, tirare, rotolare.
(255) Andava gonfiando.
(256) E mentri ecc. E mentre io racconto questa novella, che si passi udienza a tutti i signori che mi ascoltano.
(257) Passai presso a una badia.
(258) Visilocu, visita nel luogo, visita nel domicilio.
(259) Avete mai visto tagliar cosce, e con esse far seta?
(260) Cinque e cinque fan dieci, ed io fo pesci, (E sė dicendo metteva le mani entro la padella. Cosė annotava gestendo la narratrice.)
(261) Oh! (quanta degnazione ha) questo signorino!
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