(esclama al servo la muta).
(262) Andava mettendo fiaschetti e bombole (per la stanza).
(263) E tutta la famiglia le volea bene più che alla pupilla degli occhi.
(264) Raccontato al Salomone-Marino da Ninfa Lobaido.
(265) Un giorno uscì fuori molta truppa.
(266) L'oppio è sempre il più popolare medicamento per fare profondamente addormentare. Esso ricorre spesso nelle novelle. Più comunemente dicesi allòppiu.
(267) Spiddizzatizzu, dispr. di spiddizzatu, lacero, sdrucito e male in arnese.
(268) Io ti lascio maritare.
(269) Io son venuto per accrescere la pompa.
(270) Me la raccontò con altre due novelline una montanina etnea.
(271) L'indomani il fanciullo ha preso un corbellino col pesce, vi ha messo su un po' d'alga fresca ecc.
(272) E gli dà lettori, cioè maestri.
(273) A Peppina fischiarono negli orecchi (fecero sapere in segreto).
(274) Il padre di lei inalberò a sentir questo.
(275) Il monastero di S. Caterina in Palermo, nella piazza del Municipio.
(276) Puzzu di lumi, pozzo che dà luce nelle case.
(277) Signora madre è detta per eccellenza la Superiora, la Priora de' monasteri e de' Collegi di Maria.
(278) Ad essi questo discorso piacque: al principe ereditario perchè sapea che D. Beppino non avea un quattrino (sfasulatu, spiantato, spelacchiato); a D. Beppino perchè era sicuro del fatto suo (sapìri unni cci dormi lu lebru, vedere dove la lepre giace, star col capo tra due guanciali).
(279) Prennitilli (sic) prenditeli (tutti questi oggetti). La novellatrice con questa parola crede di ripetere italianamente quel che era scritto nel libro di fatagione.
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