(280) Domandato la novellatrice dell'alchimia mi rispose essere una terra che appena si tocca diventa oro.
(281) Giarrotta, dim. di giarra, orcio.
(282) Furono afferrati.
(283) Balalicchi, dice la narratrice essere un Re dei Turchi.
(284) Catrai o catraju, interprete.
(285) La fama che hanno i Siciliani è di gente riottosa, baruffiera, coraggiosa e belligera; il popolo lo sa, e se ne tiene. Si ricordi il giudizio di Cicerone su' Siciliani.
(286) Subito (ordina il Balalicchi) accoppiate (legate a due a due) i marinai e portateli in carcere.
(287) Balatuna, plur. di balatuni, grossa pietra.
(288) Cruzzazza, avvil. di crozza, testa, cranio.
(289) Quando le disgrazie si riesce a narrarle (cioè quando si sopravvive alle sventure, quasi che non si muore) è nulla.
(290) Appròsitti, corrotto dal latino prosit.
(291) Appena (D. Beppino) entra, il principe scappò via; scese gli scalini a quattro e a cinque, e per la vergogna s'andò a imbarcare.
(292) Dalla Messia.
(293) Cattivu, vedovo.
(294) Si ritira dalla scuola.
(295) Due ore precise.
(296) Il figlio è salito là sopra.
(297) Stracacciari, stracquare spronando e facendo correre.
(298) La mè sudura, il mio sudore. Suduri, in tutta Sicilia, s. masch.
(299) Baggi, paggi.
(300) S'è allogato, s'è messo a servire. Addivàrisi, qui per addugàrisi, adduàrisi. La stessa voce più comunemente vale allevarsi, crescere, nudrire.
(301) Forse (a li voti, alle volte) mi daranno qualche pezzetto di pane.
(302) Il vossignoria nelle province orientali della Sicilia non ha il significato di rispetto che ha nelle altre province; vale quasi vossía, ella.
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