(372) Assantucchiàrisi una cosa, nascondersi con gran cautela una cosa come fanno i santocchi (baciapile) che fanno tutto con scaltro e furbo accorgimento.
(373) Si sa che i milordi son tanto ricchi da potersi dire re senza corona.
(374) Essiri di valuta 'ntisa, esser di precedente intelligenza, di segreto accordo.
(375) Vedi la stessa osservazione nel Re Sonnu, PITRÈ, Nuovo Saggio di Fiabe ecc. n. I.
(376) Cajorda, cialtrona.
(377) Letteralmente: Uno fu, e cento divenne, ecc., cioè inalberossi.
(378) Poggia! Comando del capitano della fregata.
(379) Sfirniciusu, vedi vol. I, pag. 322, nota 1 [nota 1241 nell’edizione elettronica Manuzio]. Vale anche pernicioso.
(380) Era pieno d'ammirazione per questo giovane che (dal tanto valore, nello scrivere) dipingea uccelli in aria (cioè: cogliea a volo qualunque concetto e sapea esprimerlo in carta).
(381) Potea legar mai legno e legno? (cioè, essendo donna e donna, potea farsi un matrimonio?). Notisi che la novellatrice raccontava davanti a ragazze.
(382) E i popoli vogliono rivoltarsi.
(383) Ci fu una gran salva.
(384) Cominciò a sbrigare tutti gli affari che vi erano in ritardo.
(385) Qui si cola l'oro (qui si fa perfetta giustizia, si ara diritto).
(386) Mai ecc. «No» (dice il Milordo). - «E gli abiti e le gioie gliele deste voi da mano a mano (alla regina)?» - «No (risponde il Milordo;) gliele ha date la vecchia.» (Ed intanto che questo dialogo avveniva la suocera, la vecchia regina, origliava, ed il re, che era là vicino, tuttavia mezzo istupidito.
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