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      Dentro v'è un'altra porta; le dài un calcio e la butti per terra; v'è un bel giardino carico di frutti, ma non ne cogliere (scippari); dentro dentro c'è una lanterna, l'afferri, e te la metti a' fianchi (scianchi per cianchi).» Appena (il ragazzo) pasṣ, colse molte frutta, e se le mise in sacca. Se ne usć colla lanterna, arriṿ colà; quegli (il giovane) volea la lanterna; risponde (il ragazzo): - «Non ve la do, (perchè temo che datavela) voi mi lascerete qui.» Vide coś (visto il giovane questo), pose la lapide (sulla bocca del sotterraneo), e lo lascị ĺ sotto. (Egli, il ragazzo) torna di nuovo, e si siede in quella camera della chioccia coi pulcini d'oro: là mise a piangere, vide un libro e se lo prese in mano. Il libro gli disse: Che comandi? Gli rispose che lo traesse (mi lu nesci2) al piano. Si vide nel piano, se ne anḍ un'altra volta in casa di sua madre. Essi morivano di fame; disse la madre al figlio: - «Figlio, pulisci la lanterna; la vendiamo.» La lanterna (appena toccata) gli disse: Che comandi? Risponde il ragazzo: - «Da mangiare (spisa, nel signif. ted. di Speise) per me e per mia madre.» Vennero fuori sei piatti d'argento; essi tornarono a metter da parte la lanterna. Quando fu finito (ebber finito) da mangiare, venderono uno per volta i piatti. Torna a comandare alla lanterna, e questa torṇ a dar fuori il solito mangiare. Quei frutti che egli avea spiccati là entro, aveali tuttora sopra la banchina.
      V'era un re che ava due figlie e le mariṭ tutte e due. Dipoi n'ebbe un'altra; il ragazzo prende quel piatto di frutta, e lo dà alla madre (facendoglielo nascondere) sotto la gonnella, (e dicendole): «Portatele al Re.» Ella giunge dalla prima sentinella: - «Dove vai, buona vecchia?


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Secondo
di Giuseppe Pitrè
pagine 388

   





Speise