(605) Animaluccio! (povera bestiolina!) Esso intende farmi un regalo a portarmi una pietra.
(606) Modo di dire metaf. per significare dar bastonate.
(607) I villani dell'Etna usano vi vegnu a cumannari, per vi vengo a pregare: così pure quelli di Alimena.
(608) Ma potrebb'essere che ne avesse fatta una falsa qualche persona o il carbonaio che m'aiutò ad uscire dalla fossa....
(609) Raccolto dal signor Salvatore Pasquale Vigo.
(610) Sciancari, tr. att., azzoppare.
(611) Prima si cuoce.
(612) Lu iju ecc. Lo andò a riscaldare nella pentola col brodo, lo levò dal fuoco, e lo riversò nel piatto.
(613) Col gallo intiero.
(614) Raccolta dal sig. Gialongo.
(615) L'avaru scorcia un pidocchiu p'un dinaru. Prov.
(616) Vinni ca iju ecc. Accadde che andò a mettersi a' suoi servigi un tale, così furbo, che se il padrone era scaltro, egli lo raggiungeva quasi fino a sapergli cavar le scarpe e le calze mentre egli correa. Matri-fulippa, s. m. uomo di gran furberia, dirittone, machione.
(617) Col titolo di Sù (Sor) si chiamano per lo più i camerieri, senza però modificarne il nome; e quindi Sù Giuseppi, Sù Salvaturi, Sù Giuvanni.
(618) Rifardu, qui gretto, tirchio, spilorcio.
(619) Per non ispendere un quattrino (1 granu, cent. 2 di lira) alla moglie, si farebbe dare tre punti (di cucitura)... voi mi capite dove (cioè, nel sedere, nel deretano).
(620) Muscaloru, ventaglio; Frisculiàrisi, farsi vento per rinfrescarsi, sventolarsi.
(621) Scialabajoccu, scialo con spensieratezza. Vedi a pag. 270 di questo volume, nota 1 [vedi nota 570 nell'edizione elettronica Manuzio]..
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