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      (638) Attuppateddi, marinelle, specie di chiocciole; helix naticoides Drap.
      (639) E un affanno da far paura. (Patacía, voce speciale del territorio di Ficarazzi come calacina per febbre lenta e leggiera; mignelti per mignatte ecc.)
      (640) Raccontata da Giuseppa Foría.
      (641) Questa novella č di Geraci-Siculo, una delle parlate pių curiose dell'isola. La sua caratteristica č di mutare in doppia ll la gl italiana, e perō si ha per fillu figlio, pėllari per pigliare, vollu per voglio, tallāri e tallatu per tagliare, tagliato; scuollu per scoglio, miellu per meglio, maravilla per maraviglia, rispillārsi per risvegliarsi, travallu per travaglio, mulleri per mogliere.
      Altro carattere non sempre costante č la g davanti la lettera a delle voci idea, ora, nuātri ecc., e quindi idega, gora, nugātri.
      (642) Io mi vado giā scaltrendo nelle mie idee; io son giā fatto scaltro. (Idega per idea, della parlata).
      (643) E non vo' saper altro.
      (644) Subito son andati da lui i doganieri.
      (645) Millesimu, qui iscrizione.
      (646) Sė, risponde il re, ma medita bene ('sāminati, esāminati) sulla iscrizione prima che tu ti avventuri a questa impresa.
      (647) Ogni testa ch'egli tagliava col vincolo di questa figlia ecc.
      (648) Appena videro la bandiera del loro padrone ecc.
      (649) Tirando, accostando a terra.
      (650) Arrivannu ecc. Arrivati in alto mare, si suscita (si scummolla per si scummōgghia, si scopre, vien fuori, apparisce ecc.) un terribilissimo temporale, e come si suscita questo temporale, (esso) li trasporta in una terra incognita e li inforca in mezzo a due scogli, ('nfurcari, qui incagliare strettamente; vazi, della parlata, per vāusi, balzi.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Secondo
di Giuseppe Pitrč
pagine 388

   





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