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      (754) E scarica.
      (755) 'Mparissi, dava a vedere che egli lo stimava persona degna, e gli facea mille accoglienze.
      (756) Ma chi! ecc. Ma che, gli era come a zappare all'acqua e seminare al vento; e la sua spada ripercoteva sul serpente come se sulla bambagia; e non gli facea macula. Il serpente seguitava la sua, ed apre tanta di bocca per addentargli la nuca.
      (757) Farisilla petri petri, cavarsela a stento, uscire a grande fatica da grave pericolo.
      (758) Raccontata al Salomone-Marino da Nina Fedele, villica.
      (759) Liziuneri, vedi voi. I, pag. 375 nota, I: ma qui vale, che fa conto delle più meschine cose, avido, ec.
      (760) Mutanneddi, s f. plur., dimin. di mutanna, mutanda.
      (761) Ne andò come matta.
      (762) 'Mmarazzeddi, s. m. plur. dim. di 'mmarazzi (manca in questo senso di sing.) panni, roba per lo più non nuova.
      (763) A l'appedi, mod. avv., a piedi.
      (764) Incontravano per via gran quantità di vacche e di pecore, molti feudi, e parecchiate. (Paricchiata, data misura di terreno facoltativo).
      (765) Jaddinaru, della parlata, per gaddinaru, gallinaio, pollaio.
      (766) Cominciò (prese) a farle una strapazzata del diavolo.
      (767) E ddocu ecc. E qui le mise fuori un buon numero di camicie da bambini, di farsettini, di pannicini, di pezze da cucire.
      (768) Regina lascia per un momento.
      (769) Le fece odorare una boccettina.
      (770) Strava, per stava, della parlata.
      (771) Raccolta dal prof. Ugo Antonio Amico. Io la ho ricevuta troppo tardi perchè l'avessi potuta allogare nel gruppo a cui appartiene.
      (772) Si vulemu, della parlata, per nni vulemu, ci vogliamo.


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Fiabe novelle e racconti popolari siciliani
Volume Secondo
di Giuseppe Pitrè
pagine 388

   





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