Di verso tramontana confina con Giorgens, e in queste confine è una fontana, ove surge tanto olio e in tanta abondanza che 100 navi se ne caricherebboro a la volta. Ma egli non è buono a mangiare, ma sí da ardere, e buono da rogna e d'altre cose; e vegnoro gli uomini molto da la lunga per quest'olio; e per tutta quella contrada non s'arde altr'olio.
Or lasciamo de la Grande E(r)minia, e vi conteremo de la provincia di Giorgens.
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Del re di Giorgens.
In Giorgens à uno re lo quale si chiama sempre David Melic, ciò è a dire in fra(n)cesco David re; e è soposto al Tartaro. E anticamente a tutti li re, che nascono in quella provincia, nasce uno [segno] d'aquila sotto la spalla diritta. Egli sono bella gente, prodi di battaglie e buoni ar[c]ieri. Egli sono cristiani e tengono legge di greci; li cavalli ànno piccoli [a] guisa di chereci.
E questa è la provincia che Alessandro non potte passare, perché dall'uno lato è 'l mare e (da)ll'atro le montagne: † da l'altro lato è la via sí stretta che non si può cavalcare; e dura questa istretta via piú (di) 4 leghe, sicché pochi uomini terebbero lo passo a tutto il mondo: perciò non vi passò Alesandro. E quivi fece fare Alesandro una torre con grande fortezza, perché coloro non potessero pasare per venire sopra lui; e chiamasi la Porta del Ferro. E questo è lo luogo che dice lo libro d'Alesandro, che dice che rinchiuse li Tartari dentro da le montagne; ma egli non furono Tartari, ma furo una gente ch'ànno nome Cuma[n]i e altri generazioni asai, ché Tartari non erano a quello tempo.
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