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      Di capo di queste 4 giornate finisce lo regno di Creman e truovasi la città di Gobiam.
     
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      De Gobiam.
     
      Cobia(m) è una grande cittade. E' adorano Macomet. Egli ànno ferro e acciaio e andanico assai. Quivi si fa la tuzia e lo spodio, e diròvi come. Egli ànno una vena di terra la quale è buona a ciò, e pongolla nella fornace ardente, e 'n su la fornace pongono graticole di ferro, e 'l fumo di quella terra va suso a le graticole: e quello che quivi rimane apiccato è tuzia, e quello che rimane nel fuoco è spodio.
      Ora andiàno oltre.
     
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      D'uno diserto.
     
      Quando l'uomo si parte de Gobia[m], l'uomo va bene per uno diserto 8 giornate, nel quale à grande sechitadi, e non v'à frutti né acqua, se non amara, come in quello di sopra. E quelli che vi passano portano da bere e da mangiare, se non che gli cavagli beono di quella acqua malvolontieri.
      E di capo delle 8 giornate è una provincia chiamata Tonocan; e àvi castella e cittadi asai, e confina con Persia verso tramontana. E quivi è una grandissima provincia piana, ov'è l'Albero Solo, che li cristiani lo chiamano l'Albero Secco; e diròvi com'egli è fatto. Egli è grande e grosso; sue foglie sono da l'una parte verdi e da l'altr[a] bianche, e fa cardi come di castagne, ma non v'à entro nulla; egli è forte legno e giallo come busso. E non v'à albero presso a 100 miglia, salvo che da l'una parte a 10 miglia. E quivi dicono quelli di quella parte che fu la bataglia tra Allexandro e Dario. Le ville e le castelle ànno grande abondanza d'ogne buona cosa; lo paese è temperato, e adorano Malcometto.


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Il Milione
di Marco Polo
pagine 200

   





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