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      E se a l'uccello fae bisogno socorso, egli gliel danno incontanente.
      E tutti gli uccegli del Grande Sire e degli altri baroni ànno una piccola tavola d'ariento al piede, ov'è scritto lo nome di colui de cui egli è l'uccello. E per questo è conosciuto di cui egli è, com'è preso, e è renduto a cui egli è, s'egli non sa di cui e' si sia, sí 'l porta ad un barone ch'à nome bulargugi, ciò è a dire 'guardiano delle cose che si truovano'. E quegli che 'l piglia, se tosto nol porta a questo barone, è tenuto ladrone, e cosí si fa di cavagli o d'ogne cosa che si truova. E quello barone sí le fa guardare tanto che si truova di cui egli èe; e ogni uomo ch'à perduto alcuna cosa, incontanente ricorre a questo barone. E questo barone stae tuttavia nel piú alto luogo de l'oste con suo gonfolone perché ogni uomo lo veggia, sí che chi à perduto, sí se ne ramenta allotta quando 'l vede; e cosí no vi si perde quasi nulla.
      E quando 'l Grande Sire vae per questa via verso il mare Aziano, che io v'ò contato, egli puote vedere molte belle viste di vedere prendere bestie e uccegli; e non à solazzo al mondo che questo vaglia. E 'l Grande Sire va tuttavia su 4 leofanti ov'egli àe una molta bella camera di legno, la quale è dentro coverta di drappi ad oro battuto, e di fuori è coperta di cuoia di leoni. Lo Grande Sire tiene quiv'entro tuttavia 12 gerfalchi de' migliori ch'egli abbia; e quivi dimora piú baroni a suo solazzo e compagnia. E quando 'l Grande Sire vae in questa gabbia, e gli cavalieri che cavalcano presso a questa camera dicono al signore: «Sire, grue passano», e egli fa scoprire la camera, e prende di quegli gerfalchi e lasciagli andare a quelle grue; e poche gliene campa che non siano prese.


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Il Milione
di Marco Polo
pagine 200

   





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