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      Quin'āe mercatanti e artefici. La legge v'č di piú maniere: chi adora Maomett[o] e chi l'idoli, e chi č cristiano nestorino. E v'ā grano e riso assai; ed č contrada molto inferma, perciō mangiano riso. Vino fanno di riso e di spezie, ed č molto chiaro e buono, ed inebria tosto come 'l vino. Egli spendono per moneta porcellane bianche che si truovano nel mare e che si ne fanno le scodelle, e vagliono le 80 porcelane un saggio d'argento, che sono due viniziani grossi, e gli otto saggi d'argento fino vagliono un saggio d'oro fino. Egli ānno molte saliere, onde si cava e faie molto sale, onde si ne fornisce tutta la contrada; di questo sale lo re n'ā grande guadagno. E' non curano se l'uno tocca la femina dell'altro, pure che sia sua volontā de la femina.
      Quiv'č un lago che gira bene 100 miglia, nel quale ā molti pesci grandi, li migliori del mondo, di tutte fatte. Egli mangiano la carne cruda (e) ogne carne. E' poveri vanno a la beccheria, e quando s'apre il castrone o bue, sí li cavan le budella di corpo, e mettole ne la salsa de l'aglio e māngialle; e cosí fanno d'ogne carne. E li gentili uomini la mangian cruda, ma sí la fanno minuzzare molto minuto, poscia la mettono ne la salsa e māngialla e con buone spezia; e māngialla cosí come noi la cotta.
      Ancora vi conteremo di questa provincia di Caragian medesima.
     
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      Ancora divisa de la provincia di Caragian.
     
      Quando l'uon si parte de la cittā di Iacci e va 10 giornate per ponente, truova la provincia di Caragian; e la mastra cittā del regno č chiamata Caragian.


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Il Milione
di Marco Polo
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