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      Qui si nasce pepe e ge(n)giove e molti ispezierie. Lo re si è ricco di tesoro, ma no di genti. L'entrata del reame è sí forte ch'a pena vi si puote intrare per fare male.
      E se alcuna nave capitasse a queste foci, s'ella non venisse prima a la terra, sí la pigliano e tolgogli ogni cosa e dicono: «Dio ti ci mand[ò] perché tu fossi nostra»; né non ne credono avere peccato. E cosí aviene per tutte le province de l'India. E se alcuna nave vi capita per fortuna, sí è presa e tolto ogne cosa, salvo a quelle che capitano ad alcuna terra primamente.
      E sappiate che le navi di Mangi vi vengoro la state, e quelle d'altra parte, e si caricano (in) 3 o 4 dí o infino i(n) 8 dí, e vannosene il piú tosto che possono, perciò che non à buono porto, ed èvi molto pauroso l[o] sta[re] per le piagge che vi sono e per lo sabione. Vero è che le navi di Ma(n)gi non temono tanto per le buone ancore de legno, ch'a tutte le fortune tengono bene loro navi.
      Egli ànno leoni ed altre bestie assai, cacciagioni e uccellagioni assai.
      Partimoci di qui, e diròvi di Melibar.
     
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      Del reame di Melibar.
     
      Melibar è uno grandissimo reame, ed ànno re e loro ling[u]aggio. No rendono trebuto a niuna persona, e sono idolatri. Di questo paese si vede piú la tramontana. † E d'un alt(r)o paese che v'è allato, ch'à nome Gofurat, ed esce bene ogni die ben 100 navi di corsali, che vanno rubando tutto il mare; e menano co loro le mogli e i fanciulli, e tutta la state vi stanno in corso e fanno grande danno a' mercatanti. E' partonsi, e sono tanti che pigliano ben 100 miglie e piú del mare, e fannosi insegne di fuoco, sicché veruna nave non può passare per quello mare che non sia presa.


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Il Milione
di Marco Polo
pagine 200

   





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