Ancora vi dico ch'egli si ānno di molti buoni pesci, e fannone biscotto; ch'elli tolgono questi pesci e tagliali a pezzuoli quasi d'una libbra il pezzo, e poscia sí li apiccano e fannoli seccare al sole; e quando sono secchi sí li ripongono, e cosí li si mangiano tutto l'anno come biscotto. Qui si nasce lo 'ncenso in grande quantitā e fassine molto grande mercatantia.
Altro non ci ā da ricordare; partimoci di questa citā ed andamo verso la citā Dufar.
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Della cittā Dufar.
Dufar si č una grande e bella cittā, ed č di lu(n)gi da Escer 500 miglia, ed č verso maestro. E' sono saracini ed ānno per segnore uno conte, e sono sotto il reame d'Aden.
Ed ānno anche porto, e sono quasi al modo di questa di sopra di mercatantie. Dirōvvi in che modo si fa lo 'nce(n)so. Sappiate che sono certi ālbori, ne' quali ālbori sí si fa certe intaccature, e per quelle tacche si esce gocciole, le quali s'asodano; e questo si č lo 'ncenso. Ancora per lo molto grande caldo che v'č, si nasce in questi cotali ālbori certe galle di gomme, lo quale si č anche incenso. Di questo incenso e di cavagli che vengono d'Arabbia e vanno in India, sí si fa grandissima mercatantia.
Ora vi voglio contare del golfo di Calatu, e come istā e che cittade ella si č.
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Della cittā di Calatu.
Calatu si č una grande citā, ed č dentro dal golfo che si chiama Calatu, ed č di lungi da Dufar 600 miglia verso maestro. Ed č una nobile citā sopra il mare; e tutti sono saracini ch'adorano Malcometto. Qui non ā biada, ma per lo buono porto che āe, sí vi capitano molte navi, le quali vi ne recano asai de la biada e de l'altre cose.
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