La cità si è posta in su la bocca del golfo di Calatu, sí che vi dico che veruna nave non vi puote né passare né uscire sansa la volontà di questa città.
Partimoci di qui ed andamo ad una città la quale si chiama Curmos, di lungi da Calatu 300 miglia, tra maestro e tramontano. Ma chi si partisse da Calatu e tenesse tra maestro e ponente, anderebbe 500 miglia, e poi troverebbe la cità d'Aquixi.
Udirete de la cità di Curmos, ove noi arivamo.
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Della città di Curmos.
Qurmos si è una grande città, la quale si è posta in sul mare, ed è fatta quasi come quella di sopra. In questa città si à grandissimo caldo, ch'a pena vi si puote campare, se non ch'egli si ànno ordinate ventiere, le quali recano lo vento a le loro case, né altrimente no vi camperebbono. No vi voglio dire di questa cità piú nulla, però che ci converà tornare qui, ed a la ritornata vi diremo tutti i fatti che noi lasciam[o]. Diròvi de la Grande Turchia, ove noi intramo.
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De la Grande Turchia.
Turchia si à uno re ch'à nome Caidu, lo quale si è nepote del Grande Kane, ché fue figliuolo d'uno suo fratello cugino. Questi sono Tarteri, uomini valentri d'arme, perché sempre mai istanno in guerra ed in brighe. Questa Grande Turchia si è verso maestro, quando l'uomo si parte da Qurmos e passa per lo fiume di Gion, (e) dura di verso tramontano infino a le terre del Grande Kane.
Sapiate che tra Caidu e lo Grande Kane si à grandissima guerra, perché Caidu si vorebbe conquistare parte de le terre del Catai e de' Mangi, ma lo Grande Kane si vuole che lo seguiti, sí come fanno li altri che tengono terra da lui; questi sí nol vuole fare, perché non si fida, e perciò sono istate tra loro molte battaglie.
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