E pigliale in questo modo, che fanno loro reti che no vi ne puote campare veruna. Qui si à grandissima freddura.
Andamo piú ina(n)zi, e udirete quello che noi sí trovamo, ciò fue la valle iscura.
205
La valle iscura.
Andando piú ina(n)zi per tramontana, sí trovamo una contrada ch'è chiamata Iscurità. E certo ella sí à lo nome bene a ragione, ch'ella si è sempre mai iscura: qui si non apare mai sole né luna né stella; sempre mai v'è notte. La gente che v'è vi vive come bestie. E' non ànno segnore, se non che li Tartari sí vi mandano talvolta com'io vi dirò: che li uomini che vi vanno si tolgono giomente ch'abbiano poledri dietro, e lasciano li poledri di fuori da la scurità, e poscia si vanno rubando ciò ch'e' possono trovare; e poscia le giomente si ritornano a' loro poledri di fuori da la scurità. Ed in questo modo riede la gente che vi si mette ad andare.
Questa gente si ànno molte pelli di quelle care ed altre cose assai, perciò ch'egli sono maravigliosi cacciatore, ed amassano molte di quelle care pegli ch'avemo contato di sopra. La gente che vi dimora ad abitare sono gente pallida e di male colore.
Partimoci di qui, ed andamo a la [provincia] di Rossia.
206
Della provincia di Rossia.
Rossia si è una grandissima provincia verso tramontana. E' sono cristiani e tengono maniera di greci; ed àvvi molti re, ed ànno loro linguaggio. E no rendono trebuto se non ad uno re dei Tarteri e quello è poco. La contrada si à fortissimi passi a entrarvi. Costoro non sono mercatanti, ma sí ànno asai de le pelli ch'avemo ditto di sopra.
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Iscurità Tartari Rossia Rossia Tarteri
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