- Già, degli amanti del giorno d'oggi.
- E di quelli ancora dei miei tempi; sospirava una vecchia zitella incaricata dalla maestra a sorvegliare la partenza delle sartine.
- Vale a dire, s'udì una voce, che i giovani del nostro secolo sono ancora quelli del secolo scorso.
- Ih, mi credete tanto vecchia!
E qui una risata generale.
- Un momento, saltò su una bella giovinetta dagli occhi azzurri e dai capelli d'oro, io protesto contro questa taccia d'incostanza; vi potrebbero essere delle eccezioni.
- Una protesta in questo caso è una rivelazione.
- Certamente. La biondina vuol difendere qualcuno.
- È chiaro.
- Qualcuno che si trova nella categoria degli amanti.
- Sarà il suo.
- Tò, tò, la biondina ha l'amoroso?
- Sicuro.
- Che furba!
- E noi l'ignoravamo.
- Io però lo sapeva da un pezzo e lo conosco anche.
- Sentite? la Martina lo conosce; è giovane?
- È ricco?
- È biondo?
- È nero?
- Adagio, adagio, altrimenti non parlo più; dirò prima di tutto ch'egli è molto bello.
- Ma brava!
- È giovane e l'ama poi alla follia.
- Ohe biondina, si palesano i segreti.
- Non m'importa; rispose la giovinetta con ingenuo sorriso.
- Tanto meglio. E di', Martina, come si chiama l'innamorato?
- Sì, sì, parla.
- Si chiama... Miccio.
- Miccio! Oh, che brutto nome, gridarono tutte in coro.
- Ed appartiene alla famiglia rispettabile dei... quadrupedi.
- Burlona!
- Sissignore, giacchè l'amante in questione al quale voi prendete sì grande interesse non è altro che un bel gatto soriano, domestico e affezionatissimo alla nostra biondina.
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Martina Martina
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