- Voi mi parlaste franco, o signore, e voglio credere anche seriamente, permettete che ancor io faccia lo stesso: ascoltate.
Due anni or sono, colpita da improvviso malore, io perdeva mia madre.
Nella breve ora della sua agonia, mentre al capezzale io disfogava in lagrime il dolore dell'imminente perdita, la moribonda dopo d'avermi dato quei saggi consigli che l'esperienza le suggeriva, mi disse con voce solenne:
- Datti pace, figlia mia, poichè se la morte inesorabile ti toglie la madre, ti rimane però sempre il padre tuo, che t'ama tanto. Egli giace infermo, ma rammentati che quel miserando stato lo deve ai disagi sofferti ed alle ferite ond'è crivellalo il suo corpo, toccate sul campo della gloria. Tu lo sai, egli è veterano dell'armata di Pasquale Paoli, fu compagno a quel valoroso principe tanto nella prospera come nell'avversa fortuna, combattè con lui tutte le battaglie dell'indipendenza della Corsica; onde tu vedi ch'egli è degno di tutto il tuo rispetto. Io era l'unico sostegno della mia famiglia, e fra pochi momenti non sarò più; guai se tuo padre si vedesse perciò costretto a rivolgersi alla pubblica compassione; tu non sai qual'anima altera racchiude il suo corpo malaticcio; a te adunque il sacro obbligo di vegliare al suo soccorso, soddisfare con onesti guadagni i suoi molti bisogni, e far in modo ch'egli non abbia a rimpiangermi troppo sovente. Dall'alto del cielo io veglierò su te, pregherò Iddio onde ti guardi da ogni sciagura, ed allorquando lassù ci rivedremo, fa ch'io possa dire abbracciandoti: figlia mia, tu hai compiti saggiamente i tuoi doveri.
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Pasquale Paoli Corsica Iddio
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