Egli è Marco, il servo di confidenza del conte Sampieri e siccome avvi una misteriosa simpatia che lega fra loro i buoni quanto gli uomini cattivi, così Marco ama svisceratamente il suo padrone e n'è da lui riamato.
Superbo di tale affezione, come avviene quasi sempre nei servi prediletti, Marco vorrebbe sollevarsi un gradino dal livello degli altri suoi compagni di servizio ed arrogarsi diritti e privilegi di padrone, ciò che mal comportano questi; ma finiscono quasi sempre a chiudere un occhio visti gl'intimi accordi che esistono realmente fra Marco ed il conte.
Seduto dicontro a Marco e suo compagno di giuoco è un giovinetto i cui stivali che gli arrivano sin oltre il ginocchio, il frustino che costantemente gira fra le dita ed il bonetto ad ala tesa che di tempo in tempo si calca in testa, lo fanno il vero tipo del cocchiere.
Franz è inglese, e conoscendo mediocremente l'italiano, parla poco, sebbene di carattere allegro e sans souci.
Professa una specie di culto pei cavalli, è felice allorquando impalato sul ricco palafreno guida per le spaziose vie di Milano i suoi puledri puro sangue, ed è ancora più lieto quando solo nella scuderia può abbandonarsi con loro nell'idioma patrio in mille cordiali tenerezze.
Sono l'unico oggetto che gli rammentino la patria, e li ama come s'ama la patria.
Del resto, d'indole fredda come quasi tutti i suoi compaesani, Franz ha un'anima incapace al bene come pure al male; è una di quelle creature la cui vita è una landa sterile d'ogni utile germoglio, ma che non è per anco sbattuta da turbinose tempeste.
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