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      Figurati, stassera le parola d'una donna mi spaventarono, mi ammutolirono confuso.
      - Forse una gran dama?
      - Bah, una semplice femminetta.
      - È la sartina, pensò Marco. - Ch'ella ama forse?
      - Che io amo da impazzire, esclamò il conte; oh ma dev'essere mia ad ogni costo. Senti Marco io ti ho sempre tenuto in conto d'uomo destro e coraggioso, di uomo che tutto può ciò che vuole, ora tocca a te non mentirmi.
      - Eccomi quà tutto orecchi, signor conte, parli pure liberamente e più l'avventura è arrischiata più mi ci metto con gusto. Era appunto un po' di tempo che mi lasciava in riposo ed io non son nato per dormire tutto il giorno in un'anticamera, io; mi piace la vita attiva, nei pericoli, nell'imprese azzardose, fra nemici, fra le risse, in mezzo ai pugnali, là perdio è il mio posto. Un misfatto più o meno non è quello oramai che mi manda all'inferno lo stesso.
      - Bravo Marco ed a cosa finita tu sai ch'io non sono spilorcio. Dammi ascolto adunque. Son circa quindici giorni ch'io tento invano d'affezionarmi una fanciulla che incontrai per la prima volta nella via di San Paolo.
      - Lo so, disse Marco.
      - In che modo? gli chiese il conte sorridendo.
      - Una sera lo vidi passeggiare a piccoli passi davanti ad un certo magazzeno di mode. In quel mentre vi usciva schiamazzando una turba di giovinette e senza aver l'intenzione di spiarlo lo sorpresi nell'atto d'offrire il braccio alla più bella, alla più degna di lei.
      - Ebbene, riprese Sampieri, son quindici giorni ch'io l'avvicino ma che getto il mio tempo inutilmente.


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Una notte fatale ovvero Il ritorno dell'esiliato
Bozzetti Milanesi
di R.A. Porati
Editore Barbini Milano
1872 pagine 159

   





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