Il cuore di Marco batte d'impazienza, sporge avanti la testa, ma Tonio è sempre là immobile al suo posto con qualche cosa di bianco in mano simile ad un fazzoletto.
Intanto i passi si fanno sempre più distinti e già nella penombra si disegna una bella figura di donna.
- È lei, pensa Marco, stavolta non mi scappa, povera tosa!
Ed infatti la bella biondina di Porta Nuova con quella tranquillità e sicurezza che è sempre compagna d'una coscienza pura ed innocente, affrettava i passi verso casa, lieta all'idea di riabbracciare suo padre dopo un giorno intero di lontananza.
Vide la carrozza e lungi quell'alma vergine di concepire dubbi sinistri, gode invece in cuor suo, che qualche cosa gli rompi la mesta solitudine della via.
E ratta s'avanza, s'avanza sempre.
In questo punto la luna liberandosi dal nero nuvolone, che fin allora la tenne ostinatamente imprigionata piove un'onda di luce pallida.
La bionda allora può scorgere l'ombra d'un uomo lentamente disegnarsi sulla terra, ma mentre intimorita girando attorno lo sguardo, cerca il corpo di quell'ombra vien afferrata da due braccia di ferro.
La misera apre la bocca per gettare un grido, ma la bocca le vien imbavagliata; si dibatte un istante in disperati sforzi, indi Marco la riceve svenuta nelle sue braccia.
- Avanti, grida Tonio ai cocchiere; e mentre i cavalli si rimettono in via, il servo dandosi contento una fregatina di mani raggiunse Piero che seguiva la biondina a qualche tratto di cammino.
- È riuscita? chiese Piero,
- A meraviglia, rispose l'altro con brutale cinismo.
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