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      Fermata la vettura, Franz gettò un fischio che fu ripetuto da tutti gli echi della campagna.
      In allora si intesero nell'interno del castello delle voci chiamarsi e rispondersi; dei lumi vanno e vengono rompendo l'oscurità; finalmente il portone girando con fracasso sui cardini si spalanca, il ponte levatoio s'abbassa e manda un cupo suono sotto il peso della vettura.
      Franz si ferma davanti ad un ampio scalone dal quale scendono frettolosi due uomini muniti di torcie accese; d'un salto si fanno allo sportello; un sorriso malizioso si disegna sulle loro labbra e ricevono dalle braccia di Marco la giovinetta svenuta; indi senza profferir parola ritornano d'onde sono venuti.
      La povera biondina sulla soglia del castello era ricaduta, per la seconda volta priva di sensi.
      Venne portata in una elegante cameretta il cui recente assetto dava a vedere che l'ospite gentile non era punto inaspettato.
      Era illuminata da una ricca lucerna che posava nel mezzo d'un tavolo rotondo, su cui stava inoltre in un bacile d'argento una coppa d'acqua limpida; all'intorno elegantemente disposte eranvi sedie coperte di rosso damasco e la finestra, che guardava nel cortile, cinta da splendide cortine di seta.
      La bionda fu adagiata sopra un letto e lasciata sola.
      Rinvenne dopo qualche momento.
      Nella disperazione dello spirito balzò dal letto e si spinse verso la porta.
      Era chiusa.
      Allora un orribile pensiero le balena nella mente, si slancia alla finestra, tenta sforzarne i serramenti ma questi pure resistono alle sue deboli forze.


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Una notte fatale ovvero Il ritorno dell'esiliato
Bozzetti Milanesi
di R.A. Porati
Editore Barbini Milano
1872 pagine 159

   





Franz Marco