.. tradimento!
E facendosi barcollante verso il letto vi si abbandonava inerte.
- È un sonno terribile che investe tutti i miei sensi, che mi uccide la volontà e mi annienta le forze; ma non mi lascierò vincere, no non voglio dormire, mi sarebbe un sonno troppo funesto, me lo predice il cuore... Oh, ma è impossibile, io sono sotto l'incubo d'una mano di piombo, ho il veleno in corpo, quell'acqua, ah! fu quell'acqua... tutto, tutto contro me... oh, è troppo Dio mio...
In questo punto una testa fa capolino dall'uscio; è il conte Alberto Sampieri.
L'infame per meglio riuscire nel suo tradimento aveva mescolato all'acqua trangugiata dalla biondina dell'oppio e delirante di gioia spiava dalla serratura i repentini ed ineluttabili effetti del narcotico.
Protendendo le mani tremanti muove verso la bella giacente che apre la bocca per gettare un grido, ma la voce le si spegne nella gola.
CAPITOLO V.
Ai deboli io soccorro, è la mia destraSchermo dei fiacchi.
OSSIAN.
All'epoca del nostro racconto sull'angolo della via del Pontaccio verso piazza Castello prosperava l'albergo all'insegna dell'Ussero.
Era un vasto caseggiato alto due piani.
Nelle sale terrene il povero operajo di ritorno dall'officina chiedeva al generoso liquore un po' di sollievo alle forze abbattute.
Al piano superiore salivano i schifiltosi del contatto del popolo: agiati cittadini di quei contorni i quali ad un lauto banchetto solevano rompere la monotonia d'una vita sfaccendata ed inoperosa.
Le eleganti camerette del secondo piano poi, non venivano occupati che da qualche coppia amante desiosa d'abbandonarsi alla dolcezze d'intimi colloqui lontana dai rumori, dal mondo e da ogni sguardo indiscreto; - oppure qualche faccia sinistra che aveva i suoi giusti motivi per isfuggire il consorzio degli uomini.
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Dio Alberto Sampieri Pontaccio Castello Ussero
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