- Terremoto, era una fata!
- Nella grotta d'un portinajo?
- Cosa volete, ne fui sedotto. La vedeva tutte le mattine recarsi al magazzeno ove povera ragazza vi rimaneva il giorno intero a lavorare per suo padre; qualche volta mio malgrado mi trovava sulla via allorquando di notte ritornava soletta a casa e... ed a dirvela in poche parole mi decisi tentarle il cuore. Eppure, quantunque io ne conti già qualcuna in vita mia di trionfi e pare che ne debba avere un po' di pratica, allorquando le era vicino non sapeva dirle una parola, mi sentiva confuso, imbarazzato come mi fanciullo e qualche volta credeva perfino di sentire rimorso a turbare la tranquillità d'un'anima che doveva essere tanto pura. Era insomma la prima donna che mi facesse soggezione.
- Oh, l'ingenuo!
- Continuai così per tre sere, cioè camminandole dietro timido e senza aprire la bocca. Diavolo, io dissi poi fra me, s'io seguito in questo modo finirà col credermi un'imbecille, e mi farà soggetto di risa nelle sue conversazioni colle amiche di magazzeno. Davvero che non la sarebbe una figura invidiabile. Infine non è che una povera fanciulla che si recherà ne son certo ad onore la mia preferenza a suo riguardo. Mi faccio adunque coraggio e risoluto mi ci porto al di lei fianco.
- Bella fanciulla, lo dico io, è molto bujo stassera, le vie sono deserte e voi tutta sola; mi permettete d'accompagnarvi? La notte apparisce sempre ad una giovinetta, piena di timori, di vaghe apprensioni; di natura debole ella ha sempre bisogno d'un fedele protettore, ebbene io sarò il vostro, accettatemi come amico.
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