Arso dalla sete dell'ebbro egli portò con mano tremante il fiasco alle labbra.
Fu il suo colpo di grazia; gli occhi gli si fecero di vetro, il volto di fuoco.
- Terremoto! gridò il francese alla sua volta mezzo brillo, che bell'idea! Oh, la mirabile fecondità della mia immaginazione! Sentite, noi siamo qui tre cavalieri, tre soldati d'onore e come tali pronti sempre a porgere ii nostro soccorso, la nostra vita, all'innocente perseguitato, al debole oppresso. Possiamo adunque sentire indifferenti il racconto d'una giovinetta rapita senza mandare al conte rapitore un cartello di sfida ed armati di scudo e lancia invitarlo a provarci in giostra s'egli è altrettanto fiero nel vincere uomini? Sarò io il primo a misurarmi con lui, voglio aver io l'onore di liberare la fanciulla dai capelli d'oro e dagli occhi azzurri. Corpo di mille terremoti, scommetto di mandar quel furfante in pochi colpi a mordere la polvere. Orsù compagni, in pellegrinaggio fino a Magenta, che ci preceda un araldo apportatore dell'ostile cartello e domani la bella rapita sarà ricoverata ancora sotto il tetto paterno. Beviamo adunque all'esito felice dell'impresa!
- Tu hai ragione per Iddio, esclamò il polacco con nobile entusiasmo, liberare la fanciulla ecco la nostra missione... voglio dire, ecco la mia missione.
- Tu vuoi scendere pel primo in lizza? soggiunse il francese, è giusto, sei la parte più impegnata. Ebbene, noi ti saremo di scorta, oh se foss'io il chiamato a fare al conte un'occhiello nel ventre!...
- Un momento, balbettò il tedesco ch'era riuscito a comprendere qualche cosa, pensate.
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Magenta Iddio
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