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      - E tu non bevi? domandò il polacco sorridendo al tedesco ubbriaco fradicio.
      Questi tentennò la testa, aprì la bocca per parlare ma non le uscirono che parole interrotte ed incomprensibili.
      Era la mattina del 24 giugno 1778.
      Il sole appariva luminoso sull'orizzonte ed i tremolanti raggi stavano per stringere il creato in un dolce ed amoroso amplesso.
      Un giovine ufficiale vestito dalla divisa austriaca percorreva in una vettura da nolo lo stradone di Magenta.
      Il suo volto era bello; un esame attento vi avrebbe scorto un leggiero sorriso di soddisfazione posarsi di tanto in tanto sulle di lui la labbra ed una ineffabile serenità diffondersi sui suoi lineamenti.
      Era insomma il volto di colui che spinto da un'animo nobile e da generosi sentimenti credeva correre al compimento d'un sacro dovere.
      Quel giovine è il nostro polacco; di natura ardente ed entusiasta si era lasciato vincere da una dolce simpatia verso la bella biondina, simpatia che col tempo sarebbesi cambiata in sincero amore.
      La notizia del di lei ratto e dell'avvenire d'infamia che le si preparava, fu per lui un colpo terribile; si sentiva ferito, offeso nel profondo del cuore, poichè la persona amata fa parte di noi stessi; le sue gioie, le sue sventure sono gioie e sventure nostre.
      Noi l'abbiamo veduto come accolse l'idea d'un duello; ora lo vediamo come pronto corre all'arrischiata impresa, e se gli leggessimo nel cuore vedremmo ancora con quanta abnegazione, con quanta gioia egli avrebbe data la sua vita purchè potesse giovare alla povera infelice.


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Una notte fatale ovvero Il ritorno dell'esiliato
Bozzetti Milanesi
di R.A. Porati
Editore Barbini Milano
1872 pagine 159

   





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