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- Signore!
- Se io vi dicessi adunque codesta fanciulla è mia, io la tengo nel mio castello, passo con lei i momenti più belli della vita, cosa mi rispondereste, sentiamo!
- Conte, vi pregherei ancora una volta di restituirla al tetto paterno, di non volere l'infamia d'una donna onesta, innocente.
- E se le vostre preghiere non valessero?
- Chi non ascolta la parola dell'onestà e della giustizia o che diventa infame o ch'egli lo è diggià. Voi Conte io conosco già per infame, non mi resterebbe che di trovarvi vigliacco ed allora vi chiamerei l'uomo il più esecrabile che l'inferno abbia vomitato in sulla terra. Suvvia ladro d'onore, assassino di deboli fanciulle, restituite la vostra vittima o difendetela col ferro...
Le guancie del giovane ufficiale erano vivamente infiammate, lo sguardo feroce, e la destra stringeva convulsa l'elsa della spada.
- Miserabile, proruppe il conte lasciando irrompere lo sdegno che a stento aveva fin'allora represso; miserabile! saprò ben io ammutolire quella lingua che incauto tu meni con troppa arroganza. È la morte che cerchi? Ebbene, l'avrai. Possa il tuo sangue ricadere sul capo a tutti quelli della tua schiatta, che nel delirio della temerità, dopo d'essere entrati padroni in terra altrui, si fanno diritto di violarne le case e dettarvi legge.
E furibondo, staccata dalle pareti una spada, a sbalzi proruppe dalla sala, percorse un lungo corritoio, ed aperto una porticina che metteva fuori del castello in un vicino bosco, vi s'internò pochi passi.
Cieco d'ira e smanioso di vendetta, il polacco lo seguiva fremendo.
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Conte
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