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      Arrivati in un punto in cui la larga disposizione della piante concedeva uno spazio libero di terra, i due nemici si fermarono, e l'ufficiale, sguainata la spada, fu il primo a mettersi in guardia.
      Qui succede una scena orribile.
      Sono due uomini che, armati di ferro e d'indomabile sdegno si disputano a vicenda la vita.
      È un continuo incalzarsi, retrocedere, rincalzarsi di nuovo e di nuovo ripiegare; i colpi cadono fitti e pesanti, e le lame accozzantesi aspramente gettano scintille.
      Il volto dei combattenti è acceso, lo sguardo fiero, l'anelito affannoso; ambedue sono animati da un eguale pensiero, pensiero di sangue, e questo sangue colla destra vigorosa roteando la sciabola lo cercano in ogni colpo.
      Ma il ferro vien sempre respinto dal ferro, pronto a colpire è prontissimo a parare.
      E la natura par sorridere a codesta lotta accanita fra la vita e la morte.
      Il sole, abbassando a poco a poco i suoi raggi, sembra piovere sulle piante una pioggia di luce, e queste, agitandosi dolcemente nel loro lieto mormorio, salutano l'astro del cielo.
      Gli uccelli gorgheggiano soavi melodie, e la lucida serenità del cielo e l'aura pura e fragrante di primavera richiama in ogni cuore pensieri d'amore.
      Ma le passioni degli uomini talvolta sono sorde alla voce affascinante della natura.
      La lotta si protrae già d'alcuni minuti, feroce sempre; la fronte degl'avversari gronda sudore e sangue; prostrati di forze li sostiene lo sdegno diventato furore.
      Abili spadaccini ambedue e di valore pressochè eguale, il combattimento saria continuato buona pezza indeciso, se il destino risparmiava il suo fatale intervento.


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Una notte fatale ovvero Il ritorno dell'esiliato
Bozzetti Milanesi
di R.A. Porati
Editore Barbini Milano
1872 pagine 159