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      Si getta sugli austriaci, sforza il passo dell'Adda a Lodi ed il 14 Maggio 1796 in mezzo ad una folla plaudente entrava in Milano.
      Napoleone si fermò qualche tempo a Milano e si occupò nel dare una forma provvisoria di governo alla Lombardia.
      Un giorno gli venne consegnato un plicco; era un ricorso firmato dalla principale nobiltà de Milano, ricorso che essendo importantissimo al nostro racconto, essendo anzi il perno su cui si devono svolgere quei fatti che andremo narrando lo trascriviamo per intero.
      Eccolo:
     
     
     
      Al Generale Napoleone Bonaparte
     
      I sottoscritti appellandosi a quei sensi di equità dei quali già ci deste prove reiterate e che formano una sì bella aureola sulla fronte d'un eroe, osano chiedervi giustizia sopra uno dei mille abusi commessi dal cessato Governo Austriaco nel lungo tempo del suo dispotico dominio in Lombardia.
      Dicott'anni or sono il casato dei conti Sampieri era uno dei più illustri, per nobiltà e censo, della nostra Milano, ma per sentimenti patriottici che come una nobile tradizione passavano in quella famiglia di padre in figlio, fu sempre cordialmente odiata dall'Austria.
      Morto il vecchio conte Sampieri in Corsica, ove fu costretto esigliarsi per isfuggire a politiche persecuzioni, lasciava due figli superstiti, soli eredi del nome e delle ricchezze avite: Renato ed Alberto.
      Avvenne che Alberto, il minore dei fratelli, giovane poco più che ventenne e di carattere ardente ebbe un duello, vuolsi per una donna, con un ufficiale tedesco, in cui questi rimase ucciso.


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Una notte fatale ovvero Il ritorno dell'esiliato
Bozzetti Milanesi
di R.A. Porati
Editore Barbini Milano
1872 pagine 159

   





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