Sfortunatamente il duello avvenne senza testimoni e questo bastò perchè la clemenza di S. M. l'Imperatore dichiarasse il conte Alberto Sampieri assassino, lo condannasse senza processo a morte ed i suoi beni confiscati a favore dell'Impero.
Ma non ancora contento il generosissimo Sovrano si scagliò pure sul fratello Renato che nessuna parte aveva avuta nell'infausto duello, lo bandì in un colla famiglia in perenne esiglio, confiscandogli ancora le immerse ricchezze.
Egli è in vedendo un nobile membro di nobilissima stirpe andar ramingo senza pane, senza Letto, povero, in suolo straniero, di non altro colpevole che d'essere fratello a chi non commise infine che un perdonabile trascorso giovanile, - egli è in vedendo questo che i sottoscritti commossi si rivolgono a voi per averne giustizia.
Il conte Renato Sampieri fu vittima innocente d'un odio implacabile che da lunghi anni si maturava su di lui; stendetegli adunque quella destra che già benefica porgeste al nostro paese e nella vostra munificenza restituitegli quell'onore e quei beni che tanto ingiustamente gli furono rapiti.
Ch'egli ritorni in patria, ch'egli riposi i patimenti sofferti nella casa de' suoi padri; è quello che ossequiosi noi tutti imploriamo.
E se voi credete, o Generale, che diciott'anni d'agonia possano espiare una colpa, perdonate ancora al fratello Alberto Sampieri.
Voi siete munito d'ampi poteri, voi potete compiere i voti di tutti i nobili cuori milanesi, fatelo, voi - e con voi la Francia - avrete la benedizione d'una famiglia e l'eterna riconoscenza d'una nobile città.
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