Seguivano le firme.
Tutti i giornali di Milano riprodussero questo ricorso e tutti ebbero lusinghiere parole per i poveri esigliati.
S'invocava dovunque la giustizia del Generale francese.
Napoleone comprese che quest'era un'opportunissima occasione per rinfrancarsi la simpatia degl'italiani.
S'egli venne accolto in Milano colle acclamazioni d'un liberatore, alcune cittą lombarde invece, instigate da segreti agenti tedeschi si erano sollevate ed imbrandite le armi contro i francesi.
Dall'Italia Napoleone doveva incominciare la sua marcia gloriosa per l'Europa ed aveva perciņ bisogno di lasciar dietro di sč popoli amici.
Alcuni giorni dopo fra gli applausi di tutta Milano sortiva un decreto firmato da Napoleone a nome della Repubblica Francese, col quale: considerando l'ingiusta condanna del conte Renato Sampieri e sua famiglia, non credendo di compiere che un'atto di giustizia, gli si ritirava il bando d'esiglio a lui spiccato dal Governo Austriaco nel 1778, rimettendolo ancora nel pieno possesso di tutti i suoi beni.
S'aggiungeva inoltro che in quanto al fratello di lui Alberto Sampieri giacendo tuttavia sotto la grave accusa di omicida e non lo potendosi assolvere senza ledere quelle leggi la di cui maestą dev'essere sempre rigidamente rispettata, si permetteva di dar corso ad un regolare processo, qualora venisse chiesto dal delinquente col mettersi a disposizione dei tribunali.
Si obbligava poi il governo di passare ad una esatta restituzione dei beni confiscatigli allorquando venisse emanata sentenza favorevole; in ogni modo si doveva tener conto degli anni scontati in esiglio.
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