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      E tutte corrono, ridono, folleggiano.
      Chi con azzurra reticella insegue anelante la vispa farfalletta, finchè questa posando sul fiore, si lascia dolcemente cogliere al laccio di seta.
      Chi scende, sale, ridiscende l'erbosa china colla leggerezza d'una Silfide mozza donna e mezza nube.
      Chi con agile piede corre pei lunghi viali in traccia dell'amica, che raggiunta le concede nascondersi ancora per ancora raggiungerla correndo.
      Chi disposte in cerchia fanno a gara a raccorre la palla per lanciarsela poi con colpi gentili.
      Chi con una benda agli occhi, le mani prostese in avanti s'ingegna afferrare la compagna, che colle compagne le fanno corona intorno martoriando con infantili sorprese la povera cieca.
      E sempre correndo non s'arrestano neppure allorchè il piede incespicando, mal sa sostenere il gracile corpo, che cade sull'erba e sui fiori.
      - Oh, come sono stanca! diceva affannata una vezzosa fanciullina di circa dieci anni. Sapete, care mie, cosa dobbiamo fare adesso? Coglieremo insieme margheritine e viole, e comporremo un bel serto. Che ve ne pare?
      - Brava, brava, esclamarono in coro le amiche; quattro angioletti che parevano staccati da un quadro di Raffaello.
      E girando pel prato empirono ben presto di vaghi fiorelli il loro grembiule, e liete le bambine s'assisero sotto l'ombra di annosa quercia.
      - Ecco, deponiamo qui la nostra raccolta, tornò ancora la piccina, voi mi farete tanti piccoli mazzolini, ed io intrecciandoli insieme comporrò la corona. Vi piace?
      - Sì, sì!
      E tutte si misero all'opera.


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Una notte fatale ovvero Il ritorno dell'esiliato
Bozzetti Milanesi
di R.A. Porati
Editore Barbini Milano
1872 pagine 159

   





Silfide Raffaello