- Oh quanti bei fiori!
- E come sono olezzanti!
- Più di tutti le viole.
- Come piacciono a me le viole!
- Io ne vado pazza.
- Continuerei tutto il giorno a coglierne.
- Io pure.
- Non capisco perchè la violetta, che è un fiore così gentile se ne sta tutta timida nascosa in mezzo all'erba e non si mostra altera al nostro sguardo come la rosa ed il garofano.
- Sarei curiosa anch'io di saperlo. E sì che il suo profumo non la cede per fragranza a quello di nessun fiore. Non è vero?
- Sicuro, ripeterono tutte in coro.
- Imparate da lei, le mie bambine, disse con voce amorevole la Direttrice che nascosta dalla quercia aveva udito il dialogo di quelle innocenti; imparate dalla viola ad essere umili e modeste. Non vi lasciate mai sedurre dall'ambizione e dall'orgoglio; non vi lasciate mai vincere dalla funesta tentazione di distinguervi, di far sfoggio in faccia a tutti di quelle doti, di quei privilegi che il Signore vi ha donati; ma vivete sempre semplici e virtuose. Quel soave olezzo che tradisce la viola in mezzo all'erba additerà pur voi agli occhi del mondo; e tutti vi ameranno, tutti faranno plauso alla vostra virtù.
E dato un bacio a quelle carine che religiosamente avevano ascoltato le sue parole tentando di comprenderle, la Direttrice s'allontanò.
- Come ci vuoi bene la signora Direttrice!
- È tanto buona!
- Tieni; il mazzetto l'ho terminato. Va bene così!
- Va benissimo, brava.
- Ma ditemi un poco, a chi daremo poi questa bella corona?
- Ah è vero, bisogna pensarci!
- Se potessi mandargliela alla mamma che ci piacciono tanto i fiori!
| |
Direttrice Direttrice Direttrice
|